Le Caritas parrocchiali in risposta all’Emergenza
Quando si parla di Caritas, lo si fa spesso pensando a un tutt’uno, a una organizzazione gerarchica diffusa sul territorio e che agisce in modo univoco. Ma il “mondo Caritas” è molto variegato.
Fino ad oggi, in questo periodo di Emergenza Covid, abbiamo parlato delle attività della Caritas diocesana, un’organizzazione che ha strutture e operatori stipendiati, oltre che centinaia di volontari, che permettono di portare avanti tanti servizi, tra i quali la Mensa, strutture di accoglienza, dormitorio, Ambulatorio e altri progetti.
Oggi vi raccontiamo alcune delle attività che portano avanti le realtà Caritas nelle parrocchie e nelle Unità pastorali del territorio diocesano.
Fin dai primi momenti in cui si sono avvertiti gli effetti del Covid-19 la Caritas diocesana ha rafforzato il suo ruolo di coordinamento e accompagnamento delle realtà territoriali, alle prese con una situazione che in pochi giorni ha messo a dura prova gli interventi e i servizi messi in campo dalle singole parrocchie nel tempo ordinario.
La duplice funzione ha puntato da un lato ad aiutare a leggere le nuove esigenze, e di conseguenza anche interpretare le norme emanate a livello nazionale a cui attenersi, dall’altro a interagire nel reperimento di generi alimentari, svolgendo una funzione di raccordo sul territorio, in collaborazione con il Banco Alimentare.
Da un certo punto di vista, l’emergenza creatasi ha scombussolato le logiche ordinarie di intervento, spingendo ogni territorio ad interrogarsi sul ruolo e sui metodi per continuare nel servizio delle persone più in difficoltà, famiglie messe ancora più alla prova dalla situazione.
Dopo un primo momento in cui si è cercato di limitare e diminuire i servizi di intervento per evitare contatti, in attesa di comprendere le nuove disposizioni e dato il perdurare della situazione, si è passati ora a quella che potremmo definire la “Fase 2” dell’intervento, in cui tutte le realtà territoriali (45 in tutta la diocesi nei diversi vicariati) hanno ripreso a distribuire generi alimentari. La maggior parte di esse ha, inoltre, aumentato la capienza del servizio, relazionandosi con i Servizi Sociali territoriali di competenza (con un aumento rispetto al dato ordinario anche del 30% di persone assistite).
Una risposta pronta e in sicurezza, nonostante i limiti imposti dalle normative anche sull’impiego di volontari sotto i 65 anni, è stata possibile grazie alle numerose disponibilità di singoli cittadini e associazioni giovanili che la Caritas diocesana ha raccolto. Ciò ha permesso, come richiamato anche dalla nota Caritas del 26 marzo scorso che la quasi totalità dei servizi di distribuzione alimentare siano avvenuti in sicurezza a domicilio, senza alcun contatto fisico, evitando inoltre la possibilità di creare assembramenti nei luoghi di distribuzione usuali.
Uno degli effetti “positivi” di questa emergenza è sicuramente il coinvolgimento di persone che in precedenza non si erano mai rese disponibili, alcuni per impegni lavorativi, altri perché non intercettati dalla richiesta di coinvolgimento della Caritas del territorio. Soprattutto la risposta dei giovani, impegnati su quasi tutti i centri di distribuzione, ha aperto a nuovi scenari di animazione e sensibilizzazione alla carità che potranno/dovranno essere raccolti quando sarà passata la fase emergenziale.
Sul versante del reperimento delle risorse per la distribuzione alimentare, visto anche l’aumento delle persone e famiglie in carico, le parrocchie hanno messo in piedi diversi strumenti di autofinanziamento e di raccolta di generi alimentari. Il territorio anche in questo ha dato dimostrazione di grande generosità e numerose aziende hanno riposto ai singoli appelli.
In questo periodo la funzione della Caritas diocesana è stata quella di coordinare queste donazioni e, laddove vi fossero delle eccedenze o delle necessità particolari, svolgere un ruolo di coordinamento che anche oggi prosegue, integrando i rifornimenti con quanto messo a disposizione dal Banco Alimentare. Prezioso e riconosciuto come ottimale, inoltre, il servizio svolto di ritiro dei generi alimentari presso il Banco stesso, che ha permesso in queste due settimane di rifornire dei generi stessi una decina di centri parrocchiali che al momento si trovavano in difficoltà nel reperimento e trasporto degli stessi dal magazzino di Fontevivo (Parma).