Locande di

accoglienza

Non vogliamo solamente trovare posti letto. Se questo fosse stato l’obiettivo sarebbe stato più semplice allestire un grande dormitorio; vogliamo soprattutto offrire spazi di relazione dove ciascuno possa sentirsi accolto da qualcun altro ed essere riconosciuto nella sua dignità di persona.

Isacco Rinaldi

Le Locande sono innanzitutto un luogo abitato, non solamente un posto dove si dorme e basta, sono luogo vivo dove si prende dimora, dove le persone accolte e le persone accoglienti si mescolano, fanno comunità e camminano insieme, in una parola si “compromettono”. È infatti nella condivisione della quotidianità, nel preparare insieme da mangiare, nel sedersi a prendere un caffè, nel raccontarsi delle proprie preoccupazioni e delle proprie gioie che risiede la vera forza di questa esperienza.

Le Locande sono quindi luoghi dove il tempo è superiore allo spazio, un luogo dove si sa che i percorsi saranno necessariamente lunghi perché serve tempo per creare dei legami, per conoscersi, per fidarsi, per imparare a gioire e soffrire insieme. Come nel brano del Vangelo, la Locanda ha un ruolo di cura che sta tra la consegna e il recupero dell’autonomia, luogo nel quale si incrociano le vite e le storie di chi è “incappato nei briganti” della vita e di chi si mette a disposizione per “curare le ferite”. Un luogo, quindi, che diventa simbolo di accoglienza e testimonianza di carità e solidarietà con gli altri.

Le Locande, inoltre, vogliono essere luogo aperto alla città, che richiama persone da “fuori”. Ad esempio nella Locanda S. Francesco ogni lunedì sera, si celebrano i vespri che diventano un appuntamento fisso di ritrovo per le persone della casa ma anche per chiunque venga da fuori e abbia voglia di partecipare pregando insieme e condividendo qualcosa per cena.