Un anno di guerra ai confini dell’Europa, un anno di mobilitazione per la popolazione in fuga dal conflitto. Con l’anniversario del 24 febbraio la Caritas diocesana di Reggio Emilia e Guastalla traccia un bilancio delle ripercussioni sul nostro territorio per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi ucraini. Grazie alla stretta collaborazione tra gli Enti coinvolti nell’emergenza, nel marzo del 2022, nel giro di pochi giorni, è stato possibile approntare un sistema di prima accoglienza per le famiglie, in maggioranza composte da donne sole o con bambini, in arrivo dalle zone di guerra attraverso corridoi umanitari e carovane. Inoltre, non è mancato il sostegno alle attività di Caritas Ucraina e delle Caritas dei paesi limitrofi, Polonia, Moldavia e Romania, in particolare al convento francescano di Sighet al confine con l’Ucraina.
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In totale nel nostro territorio e all’interno del circuito in cui è inserita la Caritas, sono state accolte da marzo 87 persone, di cui 34 minori e 4 disabili, grazie alla disponibilità di alloggi delle famiglie legate alle rispettive parrocchie e in alcune canoniche. Circa un terzo di queste accoglienze ha avuto breve durata, un paio di mesi circa, o per il ritorno in patria o per spostamento in altro alloggio. È però necessario tenere conto di tutto quell’universo di ospitalità “sommersa” e informale che ha coinvolto diverse parrocchie, in particolare quella di San Pellegrino e di Vezzano sul Crostolo, dove sono ancora presenti diverse famiglie sostenute anche dalla comunità parrocchiale.
Altro elemento di novità è la migrazione di ritorno: se dopo alcuni mesi dallo scoppio della guerra l’evoluzione del conflitto poteva far pensare ad una concentrazione degli eventi bellici in una determinata zona, in queste settimane si sta registrando una nuova serie di arrivi di persone spesso già conosciute o già accolte nei primi mesi dell’emergenza. Un fenomeno ridotto e ben più gestibile della prima grande ondata, ma che rende l’idea di come il conflitto coinvolga ancora buona parte del territorio ucraino. Attualmente, sparse per i centri della provincia, sono 37 le persone accolte, tra canoniche e appartamenti, grazie al progetto di accoglienza coordinato dalla Protezione Civile e in gestione a Caritas con la collaborazione della cooperativa San Giovanni Bosco.
Parallelamente il sistema delle mense e magazzino Caritas ha dovuto attrezzarsi per rispondere ad un aumento della domanda: nei primi mesi dell’emergenza si è registrato un aumento del 20% dei pacchi alimentari forniti alle famiglie bisognose del territorio, creando anche la possibilità di una relazione tra gli operatori e i profughi arrivati in provincia ma non inseriti nell’accoglienza “ufficiale” ma ospitati da parenti già residenti.
“Ci sono due aspetti – spiega il direttore della Caritas reggiana Andrea Gollini – che credo sia importante sottolineare: la grande generosità delle persone e delle comunità della nostra Diocesi, che si sono immediatamente e generosamente rese disponibili all’accoglienza, con molte famiglie che hanno aperto le loro case alle persone in difficoltà, e sono convinto che questa esperienza di incontro con l’altro porterà molti frutti in futuro. Un secondo aspetto, non scontato, è stata la relazione di coordinamento e cooperazione che si è creata fin da subito con le Istituzioni pubbliche, in particolare con la Prefettura e i Comuni, che ci ha permesso di portare il nostro contributo armonizzandolo con gli altri interventi”.
Oltre alla disponibilità di tante famiglie reggiane all’accoglienza diretta, la Caritas diocesana ha anche attivato un canale di donazione per il supporto delle popolazioni ancora in territorio di guerra e dei profughi già arrivati in Italia: nel giro di pochi mesi sono stati donati dai reggiani oltre 225mila euro. Di questi, 150mila son stati inviati alla Caritas Italiana per gli interventi in aiuto dei civili nelle zone coinvolte dal conflitto, mentre poco più di 57mila euro sono stati utilizzati per le misure emergenziali di accoglienza dei profughi.
Dopo un anno di guerra si rafforza la consapevolezza che di fronte alla guerra è necessaria soprattutto una conversione dei cuori. Per questo invitiamo a moltiplicare le occasioni di preghiera comune.
La sera di venerdì 24 febbraio sarà celebrata ad Assisi, nella basilica di S. Maria degli Angeli, una liturgia di riconciliazione. Sarebbe bello unirsi, in spirito di comunione, a questa preghiera corale. La Caritas reggiana ha invitato tutte le parrocchie della Diocesi a ricordare l’anniversario nella preghiera nelle celebrazioni liturgiche di domenica 26 febbraio per continuare ad invocare il dono della pace, oltre che per sensibilizzare e tenere viva l’attenzione particolare sulla realtà dell’Ucraina.