La Mensa del Vescovo dal prossimo anno potenzierà il suo servizio per i più bisognosi, entrando a far parte della rete di “mense diffuse” che la Chiesa reggiano-guastallese ha attivato sul territorio grazie alla Caritas diocesana e ai volontari delle parrocchie. Nessuna chiusura in vista, pertanto, se non per i giorni strettamente necessari, durante le prossime festività natalizie, a redigere il consueto bilancio di fine esercizio e soprattutto ad approntare il tempestivo rilancio di un servizio a cui, in tempi di crisi, fa ricorso un numero crescente di persone.
Il passaggio di consegne è maturato in questi giorni attraverso una serie di incontri che hanno interessato l’Arcivescovo Giacomo Morandi, il responsabile della Caritas diocesana Andrea Gollini e la presidente della Mensa del Povero Mariachiara Visconti Gramoli. A quest’ultima e ai tanti volontari storici che l’hanno affiancata dal 2004 a oggi la Diocesi e l’intera comunità reggiana sono debitrici di una profonda riconoscenza.
Sono più di cinquantasette anni che le vicende della Mensa del Vescovo s’intrecciano ininterrottamente con quelle della famiglia Visconti. Per precisione storica va detto che il servizio venne istituito già nel 1950 da monsignor Beniamino Socche nello stesso angolo del cortile del Palazzo vescovile, ma ebbe breve durata; la “rinascita” avvenne nel maggio del 1965, allorché il vescovo Gilberto Baroni riaprì la Mensa, ente ecclesiastico civilmente non riconosciuto, affidando la guida del comitato ad Alma Alberti, moglie di Carlo Visconti. Da allora l’attività non si è più fermata; nel 1989 a mandare avanti i fornelli e tutta l’organizzazione che vi ruota intorno venne chiamata la figlia Mariavittoria Visconti, a tutti nota come Joio, che ha accompagnato l’episcopato di Giovanni Paolo Gibertini e un tratto di quello di monsignor Adriano Caprioli. Alla morte di Joio, nel 2004, il testimone è passato alla sorella Mariachiara Visconti Gramoli, per gli amici Kicca, artefice, con il lascito di madre e sorella, dell’autofinanziamento dei lavori di ristrutturazione della Mensa nel 2006. La presidente ricorda come la Mensa del Vescovo fin dai suoi inizi si sia sempre mossa seguendo il testo del vangelo di Matteo: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”.
Dal prossimo mese di gennaio, i pasti distribuiti dalla Mensa del Vescovo saranno preparati in via dell’Aeronautica, presso il centro di cottura gestito dalla Caritas diocesana insieme ai suoi collaboratori (dipendenti e volontari), come già accade per le altre mense diffuse operanti nelle parrocchie di San Paolo, Preziosissimo Sangue, San Maurizio, Santo Stefano e Pieve Modolena.
Così anche la Mensa del Vescovo sarà aperta tutti i giorni dell’anno, dalle 10.30 alle 12.30.
«Il passaggio da mensa a mensa diffusa – dice Andrea Gollini – è un passaggio che abbiamo già vissuto come Caritas diocesana e che richiede di cambiare prospettiva mettendo al centro dell’aiuto non l’erogazione di una prestazione, in questo caso il pasto, ma la relazione. Per facilitare questo passaggio nei prossimi giorni inizieremo una presenza in mensa per spiegare le principali novità agli ospiti (fra cui l’introduzione della tessera mensa) e per calendarizzare con loro momenti di colloquio indispensabili alla conoscenza e alla condivisione di una progettualità specifica per ciascuna persona».
«In questo momento di passaggio – dichiara il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, l’Arcivescovo Giacomo Morandi – desidero esprimere il mio personale ringraziamento per il servizio svolto dalla famiglia Visconti in tutti questi anni con una generosità e dedizione esemplari, in particolare a Mariachiara Visconti. Ringrazio inoltre la Caritas che si inserisce in questa storia benedetta di carità, assicurando la continuità di un servizio che si chiamerà ancora la “Mensa del Vescovo”».